martedì 19 giugno 2007

una rinfrescata alla memoria

Come sempre sappiamo che l’inizio è la parte più difficile di un lavoro, ma in questo caso lo è ancora di più perchè il lavoro non è di un singolo ma deve essere proprio di tutti noi…so che potrebbe sembrare solo retorica ma come non ci si può accorgere che serve un gran lavoro per cambiare e soprattutto per migliorare?
Questa sera disquisendo con una mia amica mi sono trovato di fronte a molti interrogativi e soprattutto a molte problematiche, tutte riguardanti la percezione della politica e soprattutto come spesso viene immaginata da noi appartenenti al volgo. E’ questo il punto dolente: non si ha più davvero l’idea di cosa sia la politica, questo è sicuramente il frutto di un processo storico durato per l’appunto 62 anni che ha portato il semplice cittadino ad essere estraniato completamente da tutto ciò che riguarda l’ambiente politico. Come a dire che questa oggi sia divenuta una cosa per pochi, come a dire che questa non significhi agire per la libertà e l’uguaglianza.
L’assunto fondamentale è che la forma di governo che rappresenta il fare politica è sicuramente la democrazia. Vi chiederete ma siamo stati davvero così sciocchi da non rendercene conto che nel corso degli anni pian piano la classe di potere ha fatto si che la politica si allontanasse dal popolo tutto, che la democrazia diventasse una oligarchia? Non si tratta di essere sciocchi o giù di lì, si tratta semplicemente di credere fortemente nella democrazia in senso lato, a tal punto da non rendersi conto che questa non esiste più, da basarsi solo su ciò che viene riportato dai media, anche questo motivato dal credere prepotentemente nella libertà di espressione, libertà che in effetti vi è ma a livelli molto diversi, cioè si può esprimere ciò che si pensa ma non lo si può far sapere e rendere pubblico come lo si vorrebbe…davvero quello che è scritto su di un blog (non per contenuti ma per notorietà) può essere paragonato a ciò che può essere udito da milioni di italiani? Non credo e poi mi rendo conto di come funzioni molto bene all’interno dei cosiddetti organi di informazione (aggiungerei falsa) una delle tecniche più antiche del mondo per fare demagogia, il ripetere una bugia all’infinito fa convincere della sua veridicità.
Andiamo a vedere cosa davvero rappresenta la democrazia senza spaventarci dei possibili risvolti della nostra analisi: analizzando il termine ci si rende conto di come il significato sia molto semplice, cioè “governo del volgo”. Questo concetto si poteva ritenere valido in passato come ai tempi dell’antica Grecia dove il volgo tutto si riuniva nell’agorà anche se vi era l’esclusione per esempio degli schiavi, cosa che non ritengo affatto giustificabile, ma poi il concetto stesso di democrazia che sembrava ben cristallizzato si è andato pian piano sfaldandosi ed invece che migliorare visto che lo si può sempre fare è andato peggiorando…cioè si è passati da quel sistema di democrazia per così dire diretta (ma che in realtà è la vera democrazia) ad un sistema invece di democrazia indiretta. Poi nel corso della storia ci si è abituati a veder raffigurata la democrazia con la rappresentanza indiretta di tutti.
Ed è qui che si deve riflettere e si deve tornare ai giorni nostri: per essere definito davvero come tale un rappresentante deve riuscire a fare le veci del popolo tutto nelle competenze politiche e non mi sembra che noi decidiamo chi deve poter prendere parte di un governo, chi deve fare il ministro. Noi siamo costretti a dover scegliere solo il partito che meglio si riesce ad esprimere in campagna elettorale oppure che è fautore di quei valori per così dire in cui ci rispecchiamo ed in più si ha il lusso di optare per il nome di colui che fa le veci di tutti i ministri e che si fa portavoce di tutti gli italiani. Vi pare giusto tutto ciò? A me sembrerebbe più giusto poter decidere non chi ci mette la faccia, ma chi lavora dietro: tutto quello stuolo di funzionari, di consiglieri, di viceministri e di segretari che viene pagato ed anche in maniera più che soddisfacente.
Un numero così grande da spaventare quasi, potrebbero, se si riunissero, formare un paese e a quel punto davvero fare quello che vogliono senza che i loro atti possano danneggiare noi volgo.
Questo critico, il sistema partitico-istituzionale che non riesce mai a dare una aspettativa positiva per il futuro, che non riesce mai a fare ciò che viene promesso in campagna elettorale, anzi il più delle volte si fa il contrario quasi sembrerebbe che sicuri del sistema collaudato dell’alternanza si divertano le diverse coalizioni in questione a farsi dei dispetti e a lasciarsi dei fardelli pesanti da eliminare come alcune leggi ad personam. Ho usato “sembrerebbe” perchè in realtà il sistema partitico come tutte le diverse classi sociali tende alla sua stabilità e al suo riprodursi, senza però mai toccare in questo processo le altre parti sociali, come se si fosse all’interno di un sistema piramidale. Questo vuol dire che nella condizione attuale il politico non potrà mai essere un comune personaggio del volgo come realmente dovrebbe essere ma solo chi si avvicina a quella classe per un motivo o per un altro e si trova avvantaggiato (vuoi per amicizia, vuoi per parentela).
E la meritocrazia dove è finita in tutto ciò? Sparita, anzi si fa finta di non conoscere questo termine così da lavarsene le mani e non far porre eventuali quesiti al volgo, ma andando avanti con il tempo i disastri che questa classe ha fatto, perchè impreparata e perchè chiusa in sé stessa senza ascoltare la pressante voce del volgo, sono oramai alla luce del sole, anche se i mass-media cercano di coprire queste malefatte.
Come avete notato non ho mai voluto cercare di descrivere un vero progetto per rilanciare il futuro, non per dimenticanza o per mancanza di idee, ma perchè non ritengo sia giusto che si impongano determinati progetti: questi possono venire alla luce solo tramite un confronto e un dibattito produttivi che coinvolgano tutti. Ripeto ancora una volta TUTTI perchè il futuro non è mio, né suo, ma nostro e solo NOI siamo gli artefici del nostro destino.
Voce del Volgo

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