martedì 19 giugno 2007

progetti e comportamenti

Scrivo ancora una volta nello spazio di poche ore perché sono i miei ideali a spingermi a farlo. Nelle ultime pubblicazioni ho parlato sempre con un tono di forte critica e sicuramente non sarà sfuggito a molti che negli articoli mancano sempre dei progetti dettagliati, bene questi omissis non sono casuali perché come ho detto sempre e non mi stancherò mai di farlo non si devono dettare delle linee per cui tutti sono obbligati a seguirle, ma queste devono essere stabilite da tutti. Tutto questo per dire che non ci si deve lasciare a compiere una forte opera di critica e basta senza stare ad evidenziare progetti ma propongo un unico vero e grande progetto: quello di riunirci e come magari hanno fatto assemblee costituenti in passato (speriamo con più successo) cercare di delineare obiettivi e regole comuni che possano cambiare quell'apparato politico-burocratico-istituzionale che non permette una corretta rappresentanza.
E parlo di un vero cambiamento, cioè di sradicare quella che è oggi la classe "politica" ma che in realtà è solo una mera classe di potere: si deve pensare appunto a sostituire tutti questi perchè purtroppo in loro cambiano solo le parole ma i comportamenti rimangono sempre gli stessi, questa è una problematica che si ripete nel tempo e a cui non si può trovare soluzione temporanea o a metà strada perché il farlo (come già ci si è provato in passato) porterebbe gli stessi effetti del chiedere ad un cane di non abbaiare. Questo paragone per dirvi che il comportamento che oggi ha la classe di potere è del tutto naturale secondo essa stessa, quindi non sostituibile o modificabile: infatti i politici oggi cercano di parlare di rinnovamento ma non mi spiego come questo sia possibile che venga da coloro i quali hanno una mentalità conservatrice e vecchia anni luce da quella del volgo.
Altro discorso invece per i progetti che cercano di attuare sempre coloro che si fanno chiamare politici: di norma un progetto o una pianificazione deve partire con alla base un consenso e deve rispecchiare ciò che vuole il volgo. Bene, vi pare forse che per esempio il volgo voglia la fondazione del PD o la creazione di un grande partito a destra? Con questo non voglio assecondare la creazione dei cosiddetti partitini, ma solo invitare alla coerenza e al pensare bene prima di rendere pubblici tali progetti.
Ricordo o vorrei farlo anche a voi l'articolo 49 della costituzione, a cui sempre ci si appella per questo o per quel motivo che in fin dei conti sono solo futili, ma poi quando è il caso di analizzare i passi chiave li si ignorano. Questo articolo sancisce che "tutti i cittadini hanno diritto di associarsi liberamente in partiti per concorrere con metodo democratico a determinare la politica nazionale", davvero un ottimo spunto di riflessione: infatti all'inizio l'idea era proprio questa, cioè di rendere partecipi tutti nella politica che tutti riguarda ma poi nella realtà dei fatti queste forme di associazione chiamate partiti sono divenute delle SPA e ci devono ancora spiegare come pretendono che possano essere formati da semplici cittadini quando servono delle disponibilità economiche fuori dalla norma per poter far sentire la propria voce anche per esempio nella campagna elettorale. Perciò propongo non un partito ma una associazione che discuta liberamente al suo interno e senza troppe mosse burocratiche manifesti le sue idee, ovviamente in maniera civile ma sempre decisa perché nelle cose in cui si crede non si deve mai retrocedere se si ha la sicurezza che siano giuste, sicurezza che può venire solo dopo un sano confronto (continuo a ripetere).
Vorrei chiudere con un ultimo pensiero per farvi capire come tutte le mosse per così dire politiche siano in realtà delle moine studiate ad arte: come è possibile che quello che avvenne durante la campagna elettorale che andò dal 2005 al 2006 che si trascinò con toni forti e aspre critiche quando ci furono confronti anche duri e che quasi ci fecero pensare a una possibile svolta oggi è svenito, sostituito da questi ben ponderati inciuci bancari e da altre querelle? Mi domando come è possibile continuare a credere a tutto ciò? Sembra quasi sciocco pensare che quello che oggi non è fatto da un governo, domani verrà fatto dall'altro se sarà eletto, ma purtroppo ci si lascia andare a queste convinzioni perché come ho detto abbiamo troppa fiducia nella democrazia.
E' ora di dimostrare che la nostra fiducia nella democrazia in quanto tale ci sia ancora e che ci porti a lottare per la sua vera affermazione all'interno del sistema perché solo noi siamo gli artefici del nostro destino.
Voce del Volgo

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